lunedì 30 dicembre 2013
Una presentazione
lunedì 23 dicembre 2013
Uno spettacolo
Lui mi dice, ok.
Segnatevelo, sabato 18 gennaio ai Carichi Sospesi di Padova, un teatrino piccolo piccolo ma davvero all'avanguardia, esce Il ciclo di Ilaria Vajngerl e Lorenzo Maragoni.
Ecco solo a dirvelo mi prende l'agitazione.
A recitarlo sarà una sola attrice, Laura Serena. E' veramente bravissima e non lo dico perché recita quello che ho scritto, cioè, anche. Diplomata al Piccolo di Milano, è impegnata in diversi lavori, recentemente ha recitato in Sior Tita Paron, uno spettacolo dello Stabile del Veneto che rinfresca e vivifica la drammaturgia dialettale, che finalmente non è più un fardello noioso per leghisti nostalgici, ma una vivace messa in scena che coinvolge e diverte senza sapere di stantio.
Quando l'ho conosciuta mi è piaciuta subito. E ragazzi, si è formato un trio che concedetemelo, spacca i culi. Ci capiamo alla perfezione, siamo diventati degli ingranaggi di una macchina che cresce. Per me che scrivo è emozionante vedere un personaggio prendere vita, è come aver fatto nascere una persona.
Ovviamente sono anche terrorizzata, continuo a sognarmi che qualcosa vada storto, magari Laura si dimentica le parole oppure crolla il palco, ma Lorenzo mi ha detto che è normale, benvenuta nel mondo del teatro.
Ecco dunque, mi appresto a concludere.
Parenti, amici, conoscenti e amati lettori. Siete tutti invitati sabato 18 gennaio 2014 alle 21.30 a vedere Il ciclo. Io, Lorenzo Maragoni e Laura Serena vi aspetteremo ai Carichi Sospesi di Padova, per il primo nostro spettacolo, insieme. Prenotate il biglietto.
Noi intanto incrociamo le dita, che dio ce la mandi buona.
mercoledì 18 dicembre 2013
Big Bang
In dicembre Padova era piena di nebbia. Arrivava la sera, quando uscivamo con le biciclette senza fanali, si pedalava guardando in basso per non entrare con le gomme dentro la rotaia del tram.
Abitavamo tutte sullo stesso piano. Era un collegio di suore, avevo dovuto mentire sulla mia religiosità portando mia madre a convincere la superiora.
La mia fede era durata il tempo del trasloco. Un pomeriggio, forse meno.
Le amiche di oggi sono le mie vecchie vicine di stanza. Io avevo la 214, in estate si arroventava e non riuscivo a studiare, cosi mi distendevo sul pavimento in bagno, sollevavo le gambe e mi facevo una doccia sdraiata.
Ci si trovava la sera a occupare il salotto, che aveva le porte di vetro sottile che vibravano quando arrivava qualcuno. Lara così aveva il tempo di rivestirsi, ci mostrava il seno quando non aveva niente da raccontare e tutte ridevamo perché allora ci importava soltanto di ridere, stando una vicina all'altra.
Due anni dopo c'eravamo trasferite in un appartamento lungo il fiume, sesso a random e vermi in frigorifero.
Certe mattine che mi svegliavo presto, guardavo l'alba dalla finestra in corridoio che accendeva le nuvole facendole diventare guance rosa.
Adesso ci ritroviamo catapultate lontano a percorrere traiettorie che mi ricordano le scie di fumo lasciate dagli aerei quando cerco un dio dentro il sereno.
Dove ci porteranno queste strade nuove che non possono essere percorse all'indietro?
Ci salutiamo da distanze crescenti, nel nostro universo chissà che non ci perdiamo.
lunedì 9 dicembre 2013
Una zia
Non so chi glielo abbia insegnato, se proprio proprio ho bisogno di fortuna io recito un padrenostro, che nel mio ateismo risulta più un'invocazione di comodo, se fossi dio mi tirerei un bello schiaffone o un calcio nel culo.
Lei invece ha deciso di viaggiare. E' stata a Dublino, in Spagna, a Mosca, a Roma.
Quest'anno le stelle le hanno promesso un po' di quiete, ha calcolato che potrà rimanere a casa, ciabatte e divano, forse qualche amica le porterà un regalo da scartare.
Suo nipote invece ha trent'anni, abita in Italia, quindi è disoccupato. Ha studiato architettura a Venezia, dice che non ha abbastanza soldi per aprirsi la partita iva, l'unica maniera per guadagnare qualcosa senza essere sfruttato. A lei piacerebbe vederlo sistemato, con una macchina lucida e una famiglia rumorosa.
Da brava zia ha deciso di fargli il calcolo astrale, per una volta fai quello che ti dico, mandare curricula serve fino a un certo punto, affidiamoci ai pianeti.
Honolulu, Hawaii, Oceano Pacifico.
Mai le è capitato di calcolare un posto così lontano. Per due notti si è chiesta se non fosse il caso di mentirgli, inventare un'altra meta, meno costosa, magari raggiunta dalla Ryanair o un'altra compagnia low cost. Tanto suo nipote mica lo verrebbe a sapere e come tutti i giovani si divertirebbe comunque.
Ma lei a queste cose crede davvero.
Se raccontasse una bugia a suo nipote probabilmente diventerebbe la causa della sua scalogna, questo non se lo perdonerebbe. Mai.
Con i suoi colleghi ha cercato il biglietto più economico, tremila euro, l'ha comprato. A patto che il nipote le restituisca la somma se subito dopo gli affari cominciassero a girare.
Quando lui ha saputo che il 6 gennaio sarebbe partito per Honolulu, ha preso in braccio sua zia e l'ha fatta girare. Forse una buona stella ce l'ho davvero e si è sentito pieno di speranza come quando da bambino gli cadeva un dente e aspettava il soldo del topolino, vicino alla scodella per la colazione.
Penso a com'era la vita quando credevo in qualcuno che non esiste: babbo natale, la madonna, gli ufo. Mi terrorizzava sapere che qualcosa che non potevo controllare potesse controllare me dall'alto e poi apparire all'improvviso.
Ho fatto di tutto per liberarmene: babbo natale l'ha ucciso la maestra, la madonna la cresima, gli ufo la televisione.
Solo che adesso quest'Italia scalcinata rischiarata dalle luminarie ti fa venire voglia di credere in un miracolo, in dicembre sembra tutto più possibile, e io di quei tre ho nostalgia.
mercoledì 4 dicembre 2013
Grammatica finlandese
Ho scelto la parola complesso perché la felicità sottesa al pezzo è un'aspettativa futura, che si preannuncia nell'ultima scena. Si lascia intravedere e non siamo sicuri che ci sia davvero. Almeno, questa è la sensazione che io ho avuto.
Ecco.
Credo che il bello di avere un blog sia anche questo, poter condividere impressioni e creare una catena di contenuti nuovi, che coinvolgano persone che all'inizio neanche si credeva si sarebbero potute conoscere, attraverso le quali si hanno e si avranno, nuovi stimoli.
giovedì 28 novembre 2013
Scirocco
lunedì 18 novembre 2013
Volevo fare la scrittrice e invece sono un'aspirante Gabibbo
con pirlitudine
- La scrittrice di notizie di merda. Non so se abbiate presente l'home page di Libero.it, sezione news. Io sì, ho la mail in Libero, la controllo ogni mattina, da anni. Ecco, mi sono sempre chiesta chi sia quel poveretto che si occupa di tenere costantemente aggiornata la pagina con pezzi del tipo "Dopo vent'anni giovane donna si accorge di essere senza vagina", puntualmente ripresi nei magnifici servizi di Studio Aperto. Visto che la sezione piace tanto agli italiani forse, invece che a un libro, dovrei cominciare a dedicarmi alla stesura di articoli intelligenti, del tipo "Se dormi ti riposi".
- Il Gabibbo. Ormai da quanto esiste? Venticinque anni? Il mimo che lo anima sarà anche stufo. Presto o tardi dovrà andare in pensione, no? Ecco la mia candidatura! Ho le manone, sono abbastanza alta, mi piace travestirmi, non ho problemi con le telecamere. Dimenticavo: il rosso mi dona.
- La disperata ai funerali. Non hai amici? Vuoi un funerale drammatico, dove ci sia una donna carina a piangere la tua morte? Affittami. In questo caso però lavoro solo con pagamento anticipato, metti che muori.
- La silenziatrice di bambini in libreria. O anche in biblioteca. Vi siete mai accorti? Siete concentrati a capire se vale la pena spendere 20 euro per un Einaudi appena uscito ed ecco. Entra una sirena di cinque anni che comincia a piangere, o a fare i capricci a diecimila decibel per comprare l'album di Peppa Pig. Eccheccazzo. Ho sempre pensato ci volesse qualcuno pagato per fare SHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH e una faccia da cattivo dei cartoni animati per riportare la situazione alla normalità.
- La cercatrice di forcine. Se siete donne vi sarò indispensabile. Avete mai pensato a come le forcine e gli elastici per capelli abbiano la capacità di sparire in giro per casa, nonostante si continui a comprarne a bizzeffe??? Da oggi potete comprare me! Ritroverò anche gli aghi nei pagliai, oltre alle clip degli orecchini!
- La divertita, nonostante le tue barzellette facciano cagare. Non riesci a far battute che vengano apprezzate dagli altri? Hai una cena di lavoro e vuoi fare il brillante dimostrandoti il più divertente di tutti? Pagami e riderò a comando. Non so se però, in questo caso, Berlusconi abbia già inventato l'albo per i suoi.
- La localizzatrice di calzini [che sono sempre nel solito cassetto]. Amoreeee, sai dove ho messo le mutande? E i calzettoni blu? Sai dov'è lo scolapasta? Propongo un servizio a domicilio per donne frustrate da mariti con memoria breve. Se l'attività dovesse andare in porto creerò pure una app gratuita chiamata "Sono dove li hai lasciati ieri". Tutti gli uomini la troveranno utilissima per il solo fatto che a dare consigli non sarà una donna, ma uno Smartphone.
- La donatrice di puzza. Pensavo di mettere in vendita il mio sudore raccolto dopo l'allenamento di pugilato in modo che la Dove possa brevettare un deodorante in grado di neutralizzare gli odori intorno alle discariche, che più o meno è lo stesso che aleggia intorno ai ring, dopo un incontro.
- La coniglia. Propongo a tutte le "donne in crisi" mie amiche di spogliarsi e fare un calendario, poi lo mandiamo alla redazione di Playboy. Se Hugh Hefner non ci vuole (ma ci vorrà) chiamiamo quelli di Libero.it che allerteranno a loro volta Barbara d'Urso: La crisi colpisce anche le conigliette, è dramma. Un appello ai politici italiani.
- L'ideatrice di lavori improbabili. Sei anche tu in cerca di un lavoro serio, ma non ti senti portato per neanche uno tra quelli che ho elencato? Vuoi una professione originale, ma sei a corto di idee? Mandami le tue caratteristiche, raccontami le tue passioni, al resto ci penso io!
lunedì 11 novembre 2013
Magnolia
venerdì 8 novembre 2013
Dentro
A cena sono stanca perché cercare un lavoro è faticoso, figuriamoci non trovalo. I miei genitori sono stanchi perché hanno lavorato troppo.
Mia madre si lamenta delle relazioni e dei consigli di classe, io mi lamento perché il suo è il lavoro che dovrei avere.
Litighiamo, ogni tanto parliamo del tempo.
In camera dormo e scrivo. Scrivo cose belle, le cose belle sono superflue, quindi sempre gratis. Sono stufa di pensare sempre al presente singolare, preferirei il futuro plurale. Non posso fare altro per il momento.
Esco perché dentro il cielo è sempre un soffitto.
Fuori il mondo continua a piacermi.
martedì 5 novembre 2013
Autocelebrazione
mercoledì 30 ottobre 2013
Una sfida
Finché leggevo gli ho mandato un sms, i tuoi racconti hanno una sfumatura emo, gli ho scritto, lui mi ha chiesto emo in che senso.
martedì 22 ottobre 2013
I vivi
giovedì 17 ottobre 2013
Le letterine
venerdì 4 ottobre 2013
Furore
domenica 29 settembre 2013
Cena con funghi
martedì 24 settembre 2013
Il fantasma
domenica 15 settembre 2013
Lo scoglio
sabato 7 settembre 2013
Dobrodošli nazaj
lunedì 26 agosto 2013
Gli inseparabili
Da bambina giocava con le Barbie e le faceva sposare tutte con lo stesso Ken, ne aveva solo uno che doveva essere abbastanza democratico per amarle tutte, anche quelle coi capelli aggrovigliati in una caramella o senza un braccio. Si chiamavano amore e vivevano felici nel cassetto dei giochi.
Da ragazzino guardava le donne e le voleva tutte, gli parevano fiori da raccogliere, gli piaceva annusare la pelle e assaggiare le lingue, cosi era cresciuto con un mazzo di fiori in mano e nessuno al suo fianco.
Quando si sono incontrati hanno deciso che potevano essere una coppia compatibile, si sono fidanzati senza che il cuore rimbombasse nello stomaco, ci basta stare insieme per stare bene.
Mia sorella dice sempre che col tempo ci si affeziona anche al proprio canarino, figurarsi a una persona che ti accarezza la schiena prima di dormire.
Lui racconta di una donna passata col sorriso addosso. E mi chiedo perché gli piaccia giocare agli inseparabili, visto che ciascuno ha l'amore che sceglie.
Ha costruito una gabbia che lo fa sentire a casa, la abita con nostalgia.
lunedì 19 agosto 2013
Pausa pomeridiana
Lui mi guarda e mi chiede, veramente? Faccio un viso serissimo e gli rispondo certo, anche se mi sono inventata tutto e vorrei scoppiare a ridergli in faccia.
martedì 13 agosto 2013
19
mercoledì 7 agosto 2013
Bucolico ma non troppo
lunedì 29 luglio 2013
L'età del gambero
lunedì 22 luglio 2013
La buca
Sono quasi un centinaio.
Giocano a calpestare le api, muoiono tutte, qualcuna da eroe, su un piedino sventurato che la mattina ha scelto un sandalo invece di una scarpa con gli strappi. Un urlo squarcia il bel tempo, che improvvisamente si fa pieno di lacrime e di mamme lontane, il dramma più incomprensibile per uno che nella vita è semplicemente un figlio e un genitore è ancora la cosa più bella.
La testa mi fa prurito, pensavo fosse il sudore e invece potrebbero essere pidocchi, chi te lo fa fare, mi chiedi.
Tolgo il pungiglione con la pinzetta e sopra ci verso il disinfettante.
Adesso smette di bruciare, guardo il bambino tremare, con gli occhi gonfi di spavento, ti disegno la stella del coraggio e guarisci subito. La disegno con una bic nera, comprata in edicola per cinquanta centesimi. Nell'inchiostro c'è la polverina magica e sapete, funziona davvero. Comincio a raccontare di averla rubata alle fate, che la notte dormono sotto lo scivolo, ce ne hanno tanta sulle ali per poter volare, come le farfalle.
Tutti i bambini che ascoltano mi allungano il braccio per avere una stellina, poi la confrontano per stabilire quale sia la più potente. In ogni caso decidono di procurarsene dell'altra. Uccidono tutte le cavolaie che passano in giardino, per sicurezza anche qualche ragno.
Torno a casa coi vestiti incrostati di tempera e fango.
Lo sai, c'è una buca vicino alla recinzione, la scavano ogni giorno quattro bambini, sempre gli stessi, come se dovessero timbrare il cartellino.
Cosa state facendo? Mi inginocchio per guardare meglio, loro mi buttano una paletta e mi dicono aiutaci.
Ecco, mi hai chiesto chi me lo faccia fare. Quando mi immagino di poter arrivare a Londra scavando un buco, il mondo mi sembra ancora nuovo e ogni possibilità diventa percorribile.
lunedì 15 luglio 2013
28+2=30 (e lode)
domenica 7 luglio 2013
La muta
domenica 30 giugno 2013
Un sospetto
lunedì 24 giugno 2013
A jerk
Lo guarda e gli dice va bene con aria titubante. Non chiede niente, ai superiori si devono chiedere meno spiegazioni possibili.
Accende il computer, aspetta che il capo se ne vada. Quando è andato fuori, si volta e mi domanda con aria smarrita.
-Cosa intende esattamente con "redazionale asap"?
-As soon as possible. Asap. Devi scriverlo subito.
Mi ringrazia, ah, mi dice, non lo sapevo. Ha gli occhi fuori dalle orbite.
Abbiamo un capo che ci paga 500 euro, ci fa lavorare dieci ore al giorno e parla per acronimi o anglicismi, come stesse scrivendo una mail. Facciamo un break, Tieni questo, fyi.*
Vorrei sentire come parla l'inglese, visto che lo ama tanto.
Mi piacerebbe poterlo assumere, lo farei stare alla scrivania, inginocchiato sui chicchi di granoturco, lui e il vocabolario di italiano, a impararlo dalla a alla z, per 3 euro l'ora, tutti i giorni dalle otto fino a prima di cena.
Se parli siglato non sei figo e neanche misterioso. Credo che coglione sia la parola migliore. In inglese dovrebbe essere jerk, visto che l'italiano ti è tanto oscuro.
*For your information
martedì 11 giugno 2013
Il giardino
venerdì 7 giugno 2013
Un bollettino radiologico.
martedì 28 maggio 2013
Mio padre
venerdì 24 maggio 2013
Ripetizioni
Le anime andavano in purgatorio per espiare i peccati ed ottenere in questo modo il suffraggio universale [...]"
giovedì 16 maggio 2013
Una scelta
Non personalmente, intendiamoci. Parlo dell'Italia e della crisi che stiamo vivendo. Si andrà ad aggiungere all'elenco dei periodi bui: la fine dell'Impero Romano, l'alto Medioevo, il 1929, e in ultima il nostro Euroflop.
Alcune delle persone che seguo scrivono molto meno, perché l'unica cosa di cui ritengono giusto parlare è il nostro presente, ma si accorgono che se la discussione è posta continuamente in termini di critica, diventa ossessione, autolimitando la scrittura stessa.
Certi altri invece continuano a postare notizie di attualità in Fb, le leggo volentieri, molte volte mi sono utili.
Io ho deciso di tenere tutto nel sottosuolo e continuare a costruire. Perché penso che il bello possa in qualche modo essere salvifico. Credo che ti dia la possibilità di riconoscere il brutto, imparando a distruggerlo. Dal letame nascono i fiori, si cantava giustamente.
C'è una frase in Django, che racconta di come lo schiavo nero, nonostante tutte le mattine radesse sempre il padrone disarmato, non gli abbia mai tagliato la gola.
Io credo che uno dei compiti dell'intellettuale di oggi sia quello di ricordare a chi lo segue di avere un rasoio in mano.
E il mio è una specie di appello a tutti quelli che sanno di avere un seguito: usate bene le vostre parole, perché una parola giusta potrebbe fare la differenza.
Che li facciate diventare barbieri o assassini, date a quelli che vi ascoltano gli strumenti di cui hanno bisogno per poter scegliere. Evitate di produrre indifferenza.
Barba o gola, l'importante è che taglino bene.
martedì 7 maggio 2013
Un applauso
Potrebbe aver recitato la parte della puttana di Berlino in Million dollar baby, la carogna che ha fatto rompere la schiena a Hilary Swank, per intenderci.