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domenica 15 settembre 2013

Lo scoglio

Questo più che un post è una considerazione.

Come forse alcuni di voi sapranno da qualche mese Radio Eureka ha cominciato a funzionare. Avere una radio, anche se piccola e solo sul web, comporta un numero di scazzi infiniti e di varia natura, dal pagamento di migliaia di euro per la nostra amata Siae, alla raccolta differenziata in sala di registrazione.

Cerchiamo di superare i momenti bui e un po' a turno, siamo preda di crisi di identità che arginiamo solo perché crediamo nel nostro progetto, dato che di gloria e retribuzioni al momento non se ne parla.

Sabato sera siamo stati, in veste non ufficiale, all'inaugurazione di un locale a Valdagno. I musicisti, molto bravi fra l'altro, sono amici di Marco. Così ci siamo fermati, c'era l'happy hour e col loro bicchiere tra le dita i ragazzi parevano davvero i clienti più felici del mondo. 
Quando l'alcol finisce si cambia bar.

Credo che il vero scoglio che Radio Eureka debba cominciar a considerare sia el gotto.
Il bicchiere.
Non ci si muove, o lo si fa solo da una certa età in su, se non c'è almeno la promessa di uno spritz gratis.

Cosa c'entra questo con la radio?

Dunque.
Se la nostra pagina Fb conta quasi 700 iscritti solo un settimo forse, poco più, ascolta i podcast sul sito.
Tutti chiedono l'amicizia a Radio Eureka, lo faccio anche io, si clicca un po' a caso, tanto è fb, chiessenefrega.
Va be', pazienza è solo questione di social, il rovescio della medaglia di una pubblicità fatta online.

Quando abbiamo chiesto ai nostri ascoltatori di scriverci qualche spunto o suggerimento per una pagina di notizie da inserire nel sito NESSUNO ha segnato qualcosa, neanche figa, tette o culo. NIENTE. No ideas. 

Magari è la radio che non attira, per carità.

A mio parere, estremizzo volontariamente la cosa, questo però è sintomo di un qualunquismo di paese diffuso nelle nostre zone: ci si lamenta che nei dintorni non c'è nulla da fare, e quando c'è si preferisce stare nel solito locale a bere prosecchi. Massa fadiga. Se proprio si è in vena di cambi drastici si ordina un amaro.

Quando a Valdagno è venuto Vergassola sono arrivata un'ora prima, pensando di non trovare i biglietti. Invece c'erano quattro gatti, mi sono seduta in terza fila, io mi sono goduta lo spettacolo e l'amministrazione comunale ha fatto una figura di merda.

Ora vengo al punto e mi appresto a concludere, che a far la pesante rompo solo i coglioni.
Mi chiedo.
Come riuscire a dare una alternativa valida al gotto, sapendo che il bicchiere, al momento, è l'unica esca per fare uscire la gente di casa?
In che modo far diventare il bicchiere un mezzo e non il fine ultimo di un sabato sera diverso?
E soprattutto, la gente vuole veramente qualcosa diverso di cui occuparsi? Perché a lamentarsi, come vedete, tutti sono bravi, anche io in questo post, ma cosa siamo in grado di offrire noi di Radio Eureka per far sì che le abitudini cambino?

Nuova stagione, nuova sfida.
Buon autunno.

sabato 16 marzo 2013

Un'anticipazione

Io probabilmente arrivo tardi e gran parte di voi questo film l'ha già guardato.
Ma se vi dico I love radio rock e il titolo non vi suggerisce perfettamente niente, allora questa pseudo recensione potrebbe fare al caso vostro.

I love radio rock è uno dei film più belli che io abbia visto in questo febbraio- mi accorgo rileggendo che in realtà siamo in marzo e come col nuovo lavoro io abbia perso il senso del tempo, porca eva.

Comunque.

Il film è ambientato negli anni 60, forse verso la fine, e racconta di una stazione radio pirata, osteggiata dal governo e amata da tutto il popolo inglese.
Si trasmettono canzoni rock 24 ore al giorno. E il bello è che lo si fa da una barca, ancorata nel Mar del Nord. 
Della trama non vi dico nient'altro.
Fidatevi e guardatelo. 
I personaggi sono una meraviglia, un gruppo di uomini e una lesbica sanno metterti di buon umore, complice la buona musica, certo, ma la sceneggiatura è ben scritta, le battute sono intelligenti e ti ritrovi a ridere di gusto.

E sapete, da qualche mese anche noi stiamo lavorando a qualcosa di buono. 

Marco e Giulio hanno scritto un progetto e ce l'hanno fatta, sono stati finanziati dall'Unione Europea per la fondazione di una web radio.
Che uno pensa, cosa vuoi che sia, ti metti davanti a un computer, ci attacchi un microfono e sei a posto. E invece no, non è mica facile, bisogna costruire il sito, cercare i contatti e gli eventuali collaboratori, trovare una sede, far le riunioni, promuoversi, imparare a parlare. E prova tu a togliere l'accento a un valdagnese, sarebbe ardua quanto farlo diventare astemio!

Pian piano la radio sta prendendo forma. Ed è bello vedere come una squadra di giovani che sguazzano dentro la crisi, abbia imparato a nuotarci dentro con un certo stile, costruendosi una specie di salvagente, una barca, su cui far salire tutti quelli che hanno qualcosa da raccontare, perché chi racconta crea vita, l'ho sempre pensato.

Con loro ci sarò anch'io, col mio programma.
Salperemo verso giugno, questa è solo un'anticipazione.

Stay tuned.