giovedì 26 luglio 2012

Speranza

Le mie più care amiche hanno provato l'esame per il Tfa. 

Parliamone.

Il tirocinio formativo attivo è uno stage che si fa a scuola, pagando 2.500 euro, dopo aver superato un maxi esame diviso in tre parti. 
Chi vuole fare l'insegnante e non è ancora abilitato deve averci per forza a che fare.
Bene, e allora andiamo con la prima, il quizzettone. Domande più o meno eterogenee relative alla classe di concorso cui vorresti essere abilitato. Ci si prepara ripassando i vecchi appunti di letteratura, si riguarda la grammatica, si conta sul centodieci e lode, qualcosa  avrò imparato, si spera.

Invece arriva il grande giorno e ti viene da ridere.

Ti chiedono gli autori di opere minori -dimmi chi ha scritto "Pesci Rossi"- che mai ti hanno spiegato e  che mai andrai a spiegare.
Dimmelo, dai, dimmelo chi ha scritto i versi "Cinto di fosche e tenebrose bende, / di nero manto e di funesto velo / veggio rotar per l’amoroso cielo / quel sol che solo i miei desiri accende", non lo sai ?!? E' perché sei un somaro.

E poi, ecco, le domande di geografia!

Ci hanno fatto integrare la laurea con un esame ulteriore, 140 euro, GEOGRAFIA CULTURALE, un esame di estetica sul senso del paesaggio.
E' servito così tanto che per rispondere alla domanda che stato non confina con il Mali è stato più utile essersi allenarti a La sfida delle città in facebook.

La situazione è talmente grottesca che ti viene da mandarla in vacca. Cosa vuoi farci, siamo in Italia, si riproverà.

Per il 2013 ci potremmo preparare sui libri con le simulazioni per il Milionario e magari da Gerry ci andiamo pure, abbiamo più possibilità con lui che con la cattedra, fidati.

Fare l'insegnante sarebbe bellissimo. Perché far crescere qualcuno significa migliorare un po' il mondo.
Invece ci chiedono chi scrisse le Cene -rispondete, coraggio- Anton Francesco Grazzini detto il Lasca, Agnolo Firenzuola,  Giovan Francesco Straparola o Matteo Bandello?

Altro che Cene, per il momento si rimane tutti a bocca asciutta.

E' che mi chiedo che senso possiamo avere, noi, che a trent'anni siamo ancora fatti di speranza. Perché anche quella, lo sapete, prima o poi marcisce. 
E l'odore di marcio sa di morte.



Per chi volesse leggere alcuni quiz:

giovedì 19 luglio 2012

Tempo

- Maestra, vuoi sapere come si chiama mio papà?
- Come si chiama?
- Luca. E vuoi sapere quanti anni ha?
-Quanti anni ha???
-Diciotto.
-Andrea, tuo papà lo conosco, mi sa che ha di più di diciotto anni...
-Hai ragione maestra, ne ha dodici.

lunedì 16 luglio 2012

Shorts

Camminavamo a braccetto, si scendeva lungo via Pasubio occupandola completamente, serravamo le braccia e diventavamo una catena. 

E in caso si spostano gli altri. 

Si marciava sui sandali Fornarina, centotrentamila lire, te le compro ma mi prometti che non le mostri a tuo padre. E se le vede non dirgli quanto sono costate.

Mia cugina le cambiava tutti gli anni, io solo se riuscivo a consumarle. Ma le suole di un paio di zeppe mica si bucano, così prendevo la forbici e tagliavo il laccio.

Non so come sia potuto succedere, mamma, il prossimo giugno bisogna comprarne un altro paio. 

Di sera si facevano le vasche in total white, jeans Onyx e perizoma in vista, possibilmente nero. Le "coppie per una sera" salivano al Castello. 
Vi siete baciati? No, abbiamo solo parlato. Però non dirlo alle altre.

Lo sapevano tutte.

Questo luglio qualcuno al bar mi chiede, signora, cosa prende? Io rabbrividisco e mi dico che forse non sono i miei anni, ma solo la cortesia eccessiva di un cameriere appena assunto.
Ordino un'acqua e menta, perché fa caldo e le gambe mi sudano. I pantaloni delle ragazze, invece, sono nascosti sotto le magliette, dovrei farmi la ceretta ma non ho abbastanza tempo. 

E in quest'estate, fatta di cosce  bambine e di shorts che eviterò di comprare, mi ritrovo a esser donna.

mercoledì 11 luglio 2012

Sgabelli

Alcuni editori hanno avuto un'idea.
Si sono detti, perché non pubblichiamo dei "bei" cartonati e li vendiamo a poco prezzo? Così in libreria cominciano ad uscire thriller e romanzi rosa (come non ne avessimo già abbastanza) con la copertina lucida e il bollino rosso: NOVE EURO E NOVANTA CENTESIMI!
Manco a dirlo vanno a ruba. 

Miei cari amanti del patinato, parlo a voi, che uscite dalla libreria contenti e convinti di aver fatto un affare.

Fessi.

Le storie che comprate sono, la maggior parte della volte, racconti scadenti, di bassa qualità, magari tenuti per anni negli archivi delle case editrici. Oppure storie preconfezionate, scritte con lo stampino e senza fantasia, cambiano i nomi dei personaggi, sai che roba.

Ora. Se vi interessa solo la copertina, magari perché volete costruire dei comodi sgabelli di tendenza, fate pure. Sono libri che funzionano bene anche in inverno, dentro la stufa per accendere il fuoco.

Ma se ci tenete, anche solo un minimo, alla sostanza, ecco. Per favore. Non fatevi ingannare dalle operazioni editoriali figlie della crisi che ci abbruttiscono ancora. Un buon economico vi darà soddisfazioni esteticamente meno brillanti, ma molto più gustose.

I libri vanno letti, per gli sgabelli scegliete Ikea.

sabato 7 luglio 2012

Sinestesia

E' una bambina come tutte le altre. Sotto i capelli cresce un filo di plastica rosa, accarezza la colonna e scende giù fino alla cintola. Sotto i pantaloni una scatola grigia raccoglie i rumori, li fa risalire.

Sua madre la capisco leggendo le labbra.
- Buongiorno.
- Buongiorno, tutto bene?
- Tutto bene.

Da noi, in casa, si urla usando il diaframma, se gonfi la pancia non perdi la voce, saper cantare è servito a qualcosa. Mia madre sa di storie e racconti sotto le coperte, mio padre di esplosioni insensate che riempiono il salotto di paura.
Il ritmo del mondo me l'hanno spiegato a parole.

La bambina ha una famiglia muta, vorrei passarci almeno un giorno per riuscire a vedere quello che non posso sentire.
Tempo-rughe, gioia-carezze, voce-silenzio.


mercoledì 4 luglio 2012

Pancia

Si mangiava il pane imburrato quando alle quattro si saliva per la merenda, mia madre ci spalmava sopra il miele, questa fetta è mia perché sono arrivata prima. 
Tornavamo in giardino saltando gli scalini, di tre in tre, il più coraggioso- tutta la rampa - aveva quasi sempre le ginocchia sbucciate, lasciavamo tracce di dita come le lumache quando piove. 

Apro il frigo, c'è lo Jocca. Ne mangio due scatole, il più in fretta possibile. E quando Gesù prende Marcellino fra le braccia- era un film in bianco e nero che mia madre noleggiava in videoteca- mi sciolgo in una pioggia di lacrime e crampi. Indigestione.


Nella clinica il rumore dei passi sa di ossa che si spezzano. Si aspettava il proprio turno con lo stomaco pieno di rabbia, se ti bevi un litro d'acqua le fai credere di avere preso un chilo. 


Estate 2011. 
Sono ingrassato. 
Papà, ti ingozzi come un maiale, è ovvio. 
I ghiaccioli non fanno mica ingrassare. 
Quanti ne hai mangiati sta sera?
Tutta la scatola e ho ancora fame.


Dicembre casalingo, ci si scalda in una cantina tossica, sigaretta-erba-stufa, cinque uomini e il tabellone del Risiko. Datemi il bis e i carriarmati gialli. Perdo in fretta, attacco tutti, mi stanco subito. Decido che la guerra fredda, fatta di donne è parole pugnale, è molto più avventurosa.


I bucatini all'amatriciana li mangiavamo dalla padella quasi ogni mezzogiorno, quanta fame hai? Parecchia. Trecento? Trecenta. Si studia fino a sera. Amatriciana? L'abbiamo mangiata a pranzo. E' giovedì, in frigo non c'è altro. Quanta fame hai? Tanta. Poi usciamo? Magari ci si prende un gelato.


Estate 2012. Mio padre e la dieta dissociata -ha rubato le riviste a mia sorella- risucchia la pancia quando si guarda allo specchio. 
Ho la pancia piatta?


Anche il cervello.