domenica 27 gennaio 2013

Un dito

Quando mia nonna stava morendo non poteva più bere. Le avevano affittato l'appartamento sotto il nostro, così mia madre poteva essere madre anche sua. 
Finito di pranzare, quando pensava che nessuno potesse vederla, mia nonna beveva l'acqua che era rimasta sul fondo di tutti i nostri bicchieri.

Quando mia nonna faceva la dialisi noi bambine eravamo contente, perché portava a casa confezioni monodose di marmellata Santa Rosa a tutti i gusti. Le mangiavamo coi grissini, tranne quelle alla ciliegia, quelle rimanevano nel paniere.
 
E' morta il 15 marzo 1995. 
Abbiamo pianto con mia madre e poi ci hanno portate nel bosco a raccogliere violette. Abbiamo messo il mazzetto nella bara, poi l'hanno chiusa con le viti.

Al funerale ero in prima fila. 
Una fontana.

C'era un chierichetto, biondo e con la faccia da slavo.

Mi guarda e ride. 
Mi pare impossibile. Mi paralizzo.
Poi comincia la musica, mio padre aveva scelto la passione secondo Matteo, Bach. 
Io ricomincio a piangere e lui ricomincia a ridere.
In cinque secondi mi dimentico di mia nonna. Controllo che i miei non mi guardino.

Ho le mani giunte, sul petto, come mi avevano insegnato a catechismo. Piano piano faccio scendere la sinistra, stringo il polso della mano destra in modo da renderla ben visibile.
Lo guardo negli occhi. Lui mi fissa e ha gli occhi stupidamente felici.
Così abbasso le dita. Tutte, tranne il medio. 
Glielo mostro così, davanti all'altare, tanto Gesù sarebbe comunque venuto a saperlo.

Lui impallidisce e si fa subito serio.

Il più santo vaffanculo di tutta la mia vita, mia nonna lo sa.





domenica 20 gennaio 2013

Una domenica

I parenti arrivano la domenica mattina, tutti insieme, come le disgrazie. 
Abbiamo lucidato i pavimenti con la cera, i sorrisi col dentifricio. Non ci vediamo da almeno due anni. Apro la porta e i bambini mi chiedono come ti chiami. Io dico, sono Ilaria, non vi ricordate?
Anche se non si ricordano giochiamo col Lego Tecnic e non riesco a montare la ruspa. 
Mio padre ingoia una pasta dietro l'altra, quattro maltagliati in cinque minuti, poi nel caffè compensa col Dietor. 
Mia zia Renata beve il Dindarello e ci fa l'elenco di chi è morto in paese. Intanto il Milan vince 2 a 1 contro il Bologna. Si potrebbe andare a San Siro il 12 maggio, devo chiedere alla Pabli se vuole venire, Luca compra i biglietti.

Mio zio mi ha sempre ricordato una giornata di pioggia. Parla poco, ci capiamo comunque. Gli chiedo della strage di Piazza Fontana. E tutti e dieci ci stringiamo intorno.
 
Stavo al terzo piano, ci dice, i vetri dell'ufficio sono esplosi fino al sesto. Era un venerdì, il 12 dicembre, avevo venticinque anni. La stanza con la bomba si è riempita di rosso. 

E ci racconta di come in due giorni quel sangue l'avessero fatto sparire, il lunedì successivo era dovuto tornare al lavoro.
Capitava che qualche segretaria cominciasse a gridare, pezzi di dita.

Arrivano anche i cani, si infilano sotto il tavolo perché sono timidi. La gatta dorme vicino alla stufa. 
Con loro siamo in quindici.

Mi siedo sul divano e penso che sarebbe bello se la sorella di mio padre fosse solo in ritardo e la morte uno scherzo.

Serena mostra i suoi disegni, senza sapere che li abbiamo guardati di nascosto finché lei non c'era.

Mio cugino è un bambino rotondo, gioca a rugby e ha otto anni. 
Quando gli chiedo, cosa vorresti fare da grande? Lui mi risponde il poeta e penso che il mondo abbia ancora speranze.

sabato 12 gennaio 2013

Inglese per stranieri

Primo giorno.
Sono a Bruxelles e ho bisogno di un deodorante. Entro in un negozio che vende tutto, il padrone è un indiano sui trenta, faccia simpatica.

-Bonjour, je voudrais un deodorant pour femmes. E aggiungo pure il mimo.
Capisce subito. Mi indica due deodoranti, uno argento col tappo blu, l'altro blu col tappo argento. Su entrambi spicca la scritta MEN.
Passo all'inglese.
-Is written men, not women...
E lui
-Yes, all the women here use these. "Men" means "femmes."

Lo guardo ridendo e lui rimane serissimo. "Men" means "hommes", gli spiego. Do you have another one for women?

Lui rimane di pietra prende una penna e mi fa una mini lezione di traduzione inglese-francese.
Man with A is HOMME. Men with E is FEMME.

Diventa una questione di principio. Lo guardo e gli spiego che in realtà una forma è singolare mentre l'altra è plurale e che entrambe significano uomo, HOMME. Cazzo.

-I've studied these things. Aggiungo

Lui non mi crede. Men is femmes. Conclude.

Compro il deodorante perché anche se so da uomo almeno non puzzo.
Dandomi il resto aggiunge, you have to learn it. MEN is WOMEN.

E ridajje.

Gli dico, sì, sì, ciaociao goodbye. Che in italiano significa se potessi ti strangolerei con le mie mani, arrivederci e grazie.





mercoledì 2 gennaio 2013

Preghiera semplice

Non cadere dentro la terra, perché è buia e inghiotte i pensieri.

Quando dio esisteva ancora accendevo il lumino per sentire il rumore del soldo rimbalzare contro le navate.

Non bruciare i ricordi, perché quelli sono fatti di giorni.
All'inizio ti ha insegnato a parlare, è con le parole che puoi continuare a costruire il mondo. 

Sveglio le candele delle città nuove, perché forse da qualche parte qualcuno mi ascolta davvero.

Quando dio non esiste più, esistono ancora le preghiere.
Dormi bene, sta notte.