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sabato 7 luglio 2012

Sinestesia

E' una bambina come tutte le altre. Sotto i capelli cresce un filo di plastica rosa, accarezza la colonna e scende giù fino alla cintola. Sotto i pantaloni una scatola grigia raccoglie i rumori, li fa risalire.

Sua madre la capisco leggendo le labbra.
- Buongiorno.
- Buongiorno, tutto bene?
- Tutto bene.

Da noi, in casa, si urla usando il diaframma, se gonfi la pancia non perdi la voce, saper cantare è servito a qualcosa. Mia madre sa di storie e racconti sotto le coperte, mio padre di esplosioni insensate che riempiono il salotto di paura.
Il ritmo del mondo me l'hanno spiegato a parole.

La bambina ha una famiglia muta, vorrei passarci almeno un giorno per riuscire a vedere quello che non posso sentire.
Tempo-rughe, gioia-carezze, voce-silenzio.


venerdì 4 novembre 2011

Dizione

Dietro il leggio il cuore mi rimbalza in gola. Deglutisco, cerco di rimetterlo al suo posto respirando profondo. Poi comincio. Faccio uscire la voce dal diaframma, ed è come percorrere una strada sulle colline, cambio l'intensità quando trovo una virgola, gioco con le pause quando il punto mi dice, ora puoi respirare.
Leggo ad alta voce perché mi piace quando il silenzio di chi ti guarda cambia improvvisamente, diventa ascolto, tu lo indossi e ti senti più forte. 
Cerco di aprire e chiudere le vocali al momento giusto, di non inciampare come quando di notte lui mi diceva, e adesso leggimi quello che hai scritto.

Ho imparato a cantare le parole senza le note. 
Le lettere vivono, la paura muore in gola.