Visualizzazione post con etichetta Madonna. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Madonna. Mostra tutti i post

lunedì 9 dicembre 2013

Una zia

Ogni 11 dicembre deve trovare una scusa.
E' il suo compleanno e deve partire.
Va dove gli astri sono perfettamente allineati, non m'intendo di stelle né di pianeti, lei sì. Calcola dove sia il punto sulla terra in cui la posizione di Marte e Giove sia la stessa del giorno della sua nascita, sessantanni fa, ormai. Solo così potrà continuare ad avere giorni fortunati.
Non so chi glielo abbia insegnato, se proprio proprio ho bisogno di fortuna io recito un padrenostro, che nel mio ateismo risulta più un'invocazione di comodo, se fossi dio mi tirerei un bello schiaffone o un calcio nel culo.
Lei invece ha deciso di viaggiare. E' stata a Dublino, in Spagna, a Mosca, a Roma.
Quest'anno le stelle le hanno promesso un po' di quiete, ha calcolato che potrà rimanere a casa, ciabatte e divano, forse qualche amica le porterà un regalo da scartare.

Suo nipote invece ha trent'anni, abita in Italia, quindi è disoccupato. Ha studiato architettura a Venezia, dice che non ha abbastanza soldi per aprirsi la partita iva, l'unica maniera per guadagnare qualcosa senza essere sfruttato. A lei piacerebbe vederlo sistemato, con una macchina lucida e una famiglia rumorosa.
Da brava zia ha deciso di fargli il calcolo astrale, per una volta fai quello che ti dico, mandare curricula serve fino a un certo punto, affidiamoci ai pianeti.

Honolulu, Hawaii, Oceano Pacifico.

Mai le è capitato di calcolare un posto così lontano. Per due notti si è chiesta se non fosse il caso di mentirgli, inventare un'altra meta, meno costosa, magari raggiunta dalla Ryanair o un'altra compagnia low cost. Tanto suo nipote mica lo verrebbe a sapere e come tutti i giovani si divertirebbe comunque.
Ma lei a queste cose crede davvero.
Se raccontasse una bugia a suo nipote probabilmente diventerebbe la causa della sua scalogna, questo non se lo perdonerebbe. Mai.

Con i suoi colleghi ha cercato il biglietto più economico, tremila euro, l'ha comprato. A patto che il nipote le restituisca la somma se subito dopo gli affari cominciassero a girare.

Quando lui ha saputo che il 6 gennaio sarebbe partito per Honolulu, ha preso in braccio sua zia e l'ha fatta girare. Forse una buona stella ce l'ho davvero e si è sentito pieno di speranza come quando da bambino gli cadeva un dente e aspettava il soldo del topolino, vicino alla scodella per la colazione.

Penso a com'era la vita quando credevo in qualcuno che non esiste: babbo natale, la madonna, gli ufo. Mi terrorizzava sapere che qualcosa che non potevo controllare potesse controllare me dall'alto e poi apparire all'improvviso.
Ho fatto di tutto per liberarmene: babbo natale l'ha ucciso la maestra, la madonna la cresima, gli ufo la televisione.
Solo che adesso quest'Italia scalcinata rischiarata dalle luminarie ti fa venire voglia di credere in un miracolo, in dicembre sembra tutto più possibile, e io di quei tre ho nostalgia. 

venerdì 7 ottobre 2011

Viva la Madonna!

Abitavamo nella casa nuova da un paio di settimane. Una casa grande, appena fatta ristrutturare da uno dei migliori geometri di Schio.
Le pareti erano rosa pesca, le stanze odoravano di dipendenza, sapevano ancora di vernice fresca, uno di quegli odori che continui ad annusare per stordirti, come quello di benzina.

La mia famiglia è una famiglia squilibrata, in senso buono, ma squilibrata. O si è felici all'ennesima potenza o nascono gli uragani. 

Quella volta io e mia sorella avevamo vinto alla pesca due scatole di gessetti, li tenevamo sopra il comodino, non sapevamo cosa farcene. Serena preferiva guardare Solletico, io leggere Top Girl in cucina, il numero Uno l'avevo comprato al posto del libro di catechismo. Mia madre correggeva un pacco di compiti in salotto.
Frammenti di una vita quotidiana qualunque.
Solo mio padre era andato al lavoro insolitamente contento.

Quella sera sarebbe passato il geometra a controllare i soffitti delle camere, una cosa svelta, questione di cinque minuti.
Ed eccolo che suona, un gambo di sedando infagottato in un piumino color senape. Aveva il viso lungo, sempre troppo imbronciato, come gli uomini nelle foto in bianco e nero, pietrificati dal flash in una serietà imbarazzata.
Mia madre somigliava invece a una mela Golden Delicius, era andata ad aprire sorridente e gli aveva offerto un caffè.
Ma l'uomo aveva fretta, andiamo subito a vedere le camere, signora. E mia madre lo accompagna, apre la porta e invecchia di colpo, le sembra di vacillare.

Sulla parete sopra il letto matrimoniale trionfava la scrittura di mio padre in un murales beffardo color blu-vittoria:

VIVA LA MADONNA!!!! (e tutti i santi!!!!)

Aveva usato il più deciso dei nostri gessetti.

Il geometra aveva guardato la stanza in maniera interrogativa, aveva controllato il soffitto e se n'era andato alla svelta. Allibito, probabilmente.

Mia madre si era sentita morire. Aveva chiamato mio padre in ambulatorio e lui gli aveva risposto allegro come i bambini che l'hanno appena combinata grossa. 
Poi l'aveva tranquillizzata, tanto è gesso, va via subito.

Io e mia sorella, ammirate, pensavamo di avere il padre più simpatico del mondo.

E voi. Cari amici. Sappiate che il gesso blu non viene via dal muro, neanche col bruschetto. 
Mio padre si sbagliava.