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venerdì 10 agosto 2012

San Lorenzo

La crisi arriva anche per posta.

Mi ha spedito una mail una certa Miranda, mi predice il futuro senza guardare la mano. 

Pur incontrando delle forti zone di ombra, il suo cammino di vita porta delle promesse talmente straordinarie, che un Grande Spirito come me non può ignorarle ancora per altro tempo.

La Veggente Sensitiva sarebbe pronta ad offrirmi protezione, dimmi la tua banca e ti dirò chi sei, il Talismano dei Re te lo spedisco gratis.

E forse sono gli spiriti maligni che hanno fatto spezzare il tacco- porta i sandali dal ciabattino che te li riaggiusta.
Quando arrivo in negozio devo fare la fila, c'è odore di vernice e plastica nuova. Il calzolaio dice di avere troppo lavoro, gliele sistemo per settembre, ormai non riesco più a starci dietro. Suo figlio va in quinta elementare. Siede vicino al bancone, osserva il padre.

Quando sarà artigiano avrò smesso di fare la stagista?

E dimmi Miranda, che attrezzo userai per riaggiustare questo vecchio Stivale, come farai a pulire tutti i piedi che camminano nel fango e si sono tagliati?

Al telegiornale hanno trasmesso un servizio: un ragazzo ha comprato dieci campi, guadagna vendendo la verdura. Ha il volto abbronzato e i denti bianchi, vuoi le mie braccia che sono stanche di aspettare?

Perché vedi, cara Miranda. Credo che siano loro i veri indovini, che con la partita iva vendono il miele. 

Qualcuno ha deciso di scappare. E a forza di correre ce l'ha fatta davvero, non ritornerà anche se avrà nostalgia.

Sta sera ci sono le stelle.
Dimmi per cosa piange, quest'atomo opaco del male, che io non lo so più.







giovedì 10 novembre 2011

Paola.

Camminiamo per strada alternando i versi che ci costringevano a recitare da bambine. Ci piace Novembre, perché è l'unica poesia che ricordiamo fino infondo. A Padova sotto i portici la voce sa di tempo leggero, che in un lampo c'è passato tra le dita. Quando dimentico una parola lei la riempie. Io le mostro come la vita sia una nebbia spessa, lei dice, la nebbia è solo bianco, io mi ci perdo dentro come quando indosso un problema e lo faccio diventare un vestito.
Quando soffoco lei mi spoglia.
Gemmea l'aria, ed il sole oggi sa solo di spento, Pascoli me lo ricorda il calendario. A San Martino cominciavamo a mettere il cappotto, la sera.
E invece oggi mi scalda la nostalgia.
E' l'estate fredda, dei morti.




Cit.   http://balbruno.altervista.org/index-212.html