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mercoledì 12 marzo 2014

12 marzo 2014

Mi tuffo in mattine larghe, che lasciano spazio a un sole brillante e pensieri felici.
La mia vita ha preso la rincorsa, devo allenare il respiro e gonfiare i muscoli per riuscire a starci dietro.

La sera camminiamo stanchi per le vie del centro tenendoci la mano, ho poco tempo per scrivere, cerco di ricordare tutto quello che vivo in questi giorni per raccontarlo nei pomeriggi di pioggia, pieni di noia e lentezza velenosa.

Usciamo da un bar imbevuto di gente e spritz campari, incrociamo Oreste -un negro zoppo e sordomuto- che saluta Marco con la mano e un sorriso silenzioso che mi fa sentire fortunata.

Nello stagno di mio padre è atterrato un germano reale per riposarsi e fare un po' di nuoto. Chiudiamo i cani in salotto e usciamo tutti in giardino ancora in pigiama, ci accucciamo vicino al cancello a guardare l'anatra che passa il becco sotto le piume e ci sembra un miracolo.

Nel pomeriggio la piazza si riempie di bambini con indosso i primi paia di occhiali da sole che li fanno sembrare tante mosche colorate che giocano a rincorrersi inciampando qualche volta.
Vicino al duomo ci sono due peruviani che provano a suonare il flauto di pan stando dietro a una canzone andina vomitata da uno stereo anni Novanta a massimo volume. Non azzeccano neanche una nota, ma continuano con ostinazione, un euro per il coraggio glielo darei volentieri.

Gli alberi si colorano, i cani segnano i lampioni e grattano l'erba, pesto una cacca guardando il cielo.

E' primavera, ancora una volta e non mi stanco mai.

venerdì 18 novembre 2011

Questione di stile

Mia sorella è fastidiosamente stilosa.
Una persona ha stile quando indossa cose apparentemente improponibili, rendendole magicamente perfette.
Tipo le mutande ascellari. Mia sorella ha anticipato la collezione Intimissimi 2011 andando a frugare nel baule di mia nonna già l'anno scorso. Ha messo i suoi mutandoni. E puf! In giro cominci a vedere i manichini con l'intimo di Bridget Jones addosso.

Mia sorella è fastidiosamente stilosa perché mi fa pesare il fatto di non esserlo a sufficienza. 
Il mese scorso ho comprato un paio di fantastiche francesine nere.
Lei le guarda e sbotta "se ci sei arrivata tu significa che per me è ora di cambiare. Infatti, cara Ilaria, non so se hai visto che sto puntando sullo stivaletto." Me lo dice con la faccia soddisfatta e il mezzo sorriso di chi ti parla con paternalistica compassione. Io, lo stivaletto, glielo tirerei in faccia. 
Poi non contenta continua "non si diventa stilosi solo leggendo The Blonde Salad, sappilo".
Lo so benissimo, porca miseria. 

L'armadio di una donna non è mai abbastanza pieno. Il mio ospita anche la sezione, fallimenti clamorosi.
Tipo la maglietta dell'Hard Rock London. 
Mica sono andata a comprare quella classica, no, ma fammi il piacere, troppo banale. Ho messo in valigia la versione metal. Che io al metal neanche ci avevo pensato, semplicemente mi sembrava solo un tantino più aggressiva. Massì osiamo!
Come quando ho comprato le nike argentate con suole rosa. Mi sembravano allegre. Se ti mettono un soprannome c'è sempre un motivo. Bugs bunny, mi chiamavano.
La borsa con le borchie a forma di teschio ha scatenato pareri discordanti. Andiamo dal diplomatico, "mmmm, diciamo che è particolare"dell'Eri, al "dio che schifo" della Paola.
A me piace.
Solo che l'altro ieri ero al circolo. Uno di quei bar frequentato esclusivamente dai vecchi, loro e la moda, in teoria, dovrebbero abitare in pianeti diversi. E invece uno mi guarda, mi si avvicina ed esclama, apperò, hai proprio una  bella borsa metal!
Diobello ci risiamo.
Mia sorella, che ha sentito, tutto si sbellica dietro il bancone. 

Il peggio però l'ho raggiunto con gli occhiali da sole. Decido di investire un quarto del mio stipendio estivo in un bel paio di Diesel con lenti graduate. Marco, chiedo, dammi un consiglio. Ne provo un paio di blu, con le estremità che tendono verso l'alto. Io mi guardo, ma ci vedo poco. 
Ci pensa il mio caro fidanzato a convincermi. Stai benissimo, dai prendili!
Poi arriva il gran giorno.

Li vado a ritirare e mi guardo allo specchio. Con le lenti graduate, finalmente. 
E mi vedo. E raggelo. E vorrei incendiare lui. E invece gli dico:

Ma mi hai vista?
Sì.... 
Sto da cani.
Dai amore, non stai benissimo, ma neanche così male!
Perché mi hai detto di comprarli?
Perché io avevo comprato i miei e non avevo più voglia di stare dentro il negozio.

Impallidisco e vacillo.

Beata sincerità.