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venerdì 8 giugno 2012

Masochismo

Sabato sera, ci guardiamo davanti a una birra. Umore burlone, un tantino sopra le righe.
Sai, dico a Marco, quest'estate cercano le nuove veline. Io e l'Eri pensiamo di candidarci. Lo proclamo solennemente con un sorriso a ottantacinque denti. Certo, sto facendo la babbea, Marco ormai dovrebbe capirlo, ma evidentemente non viene colto.
Ilaria, né tu né L'Erika potete permettervelo. Non renderti ridicola.
Visto che lo scherzo mi torna indietro storpiato, cerco di sdrammatizzare. Eh sì, ormai siamo delle vecchie carampane!
E la mia dolce metà mi risponde candida. No, no, non è questo il punto. Con quel culone che vi ritrovate non siete proprio adatte. Né tu né l'Erika.
La Guinness che dolcemente stava scendendo giù per l'esofago si blocca di colpo a metà del tragitto. 
Come scusa? 
L'umore vira improvvisamente, adesso diventa nervoso, simile al prurito. E la conversazione  a questo punto va approfondita, diventa questione di principio. 
Bé amore, dai, inutile negarlo. Le veline sono perfette, voi siete belle a modo vostro.
Ha detto proprio così, A MODO VOSTRO.
Definiscimi il concetto di a modo vostro.
Bè, insomma, basta che ti guardi i filmati su You Tube e tu faccia un confronto. Non avete proprio le caratteristiche adatte. Loro sono perfette. Preferiresti avere uno di quei morosi che ti illudono di esser adatta a fare tutto?
La risposta è sì, qualche volta lo preferirei.
Ti ricordo che abbiamo partecipato a Miss Italia.
Certo, ma erano altri tempi.
Tutta la birra nel mio stomaco si è trasformata in bile, anzi no, in lava, ribolle e scotta.
Ammutolisco.
Marco per consolarmi continua da solo. Dai, su, io non mi metto a fare confronti con Brad Pitt, so di essere nettamente inferiore. Non metterti a fare il muso.
Una donna sa applicare velocissimamente la proprietà transitiva. Come Marco si considera nettamente inferiore a Brad Pitt così noi dovremmo considerarci nettamente inferiori alle veline.
NETTAMENTE INFERIORI.
Andiamo a casa, va'.
Dai che sei bellissima. 
Gli spaccherei il bicchiere in testa. A lui, a Brad Pitt e alle veline.

Morale.
A volte, a vivere nell'ignoranza, si sta molto più tranquilli.






venerdì 20 gennaio 2012

Questo non è un post autobiografico.

In alcuni giorni d'inverno adotto la tenuta "freddo estremo".
"Freddo estremo" e "anti stupro" trattasi, in questo caso, di espressioni sinonimiche. Infilo: mutande, reggiseno, panciera di lana, collant, jeans, calzettoni, stivali, maglia di cotone a maniche lunghe, maglione dolcevita, piumino, sciarpa, berretto. I guanti no. Sono distratta, li semino per strada, solo che poi mica ricrescono.
Odio il freddo. In più ho già la testa in primavera, figuriamoci. 
Quando arriva il momento di spogliarsi il trucco è togliersi tutto in due semplici mosse: parte di sopra e parte di sotto. Ti ritrovi nuda in meno di trenta secondi senza dare modo, all'altro, di capire come sei veramente conciata. 
Però attenzione. Possono esserci problemi se il collo del dolcevita è troppo stretto. Così ti ritrovi incastrata, a braccia alte, col maglione e tutto il resto attorcigliati in testa. Assomigli a un'installazione di arte contemporanea del Moma di New York.
- Aiuto! chiedi al tuo uomo.
E quando lui si mette a tirare, eccolo, se n'è accorto. 
-E questa sarebbe una panciera?!? esclama divertito.
-Ma cosa dici, è una fascia!
Essendo lui un uomo non oserà porti alcuna obbiezione, passerà il tempo chiedendosi che differenza ci sia tra una fascia e una panciera. Non arriverà a conclusioni di alcun tipo.

Prima di uscire guardo i siti di Andy Torres e Chiara Ferragni. Per chi non le conosca, sono due fashion- blogger di fama mondiale, una bionda l'altra mora. Adorabili.
Guardo gli outfits del giorno, micro abiti che io comincio a portare si e no in maggio.
Tacco dodici spacca caviglie. Mi immagino camminare sui sampietrini e cadere lunga distesa almeno una volta al giorno. Rialzandomi sorriderei ai passanti dicendo, scusatemi, è che sto cercando di diventare una fashion victim!

Ma parliamo delle calze, che non ci sono. 0 denari, solo pelle al vento. Chiara, che rapporto hai col bagno? le chiederei. Forse ha ragione Giulio quando, al quarto spritz, declama una massima di grande spessore: le belle ragazze non vanno MAI in bagno.

Io, giro sempre con un paio di Imodium in borsa, perché non si sa mai.
Sarà per questo che non ho vinto Miss Italia.

venerdì 30 dicembre 2011

2011

Duemilaeundici. L'anno razzo. E' partito ieri e già non lo riesco più a vedere, è arrivato il tempo di spararne uno nuovo.

Del vecchio tengo le scintille.

L'estate a digerire, distesa sull'amaca.
Io e mio fratello che ci ritroviamo in stazione, lui mi chiede posso abbracciarti. Non se ne parla proprio, rispondo. Mi solleva in alto comunque. E anche se mi vergogno penso che abbia fatto bene.
Serena e la vita tranquilla, che le ha fatto ritornare gli occhi di quando da bambina guardava gli animali.
La prima volta dietro un leggio, il silenzio di chi ti ascolta  e che ti fa continuare.
La Holden ai miei piedi, quando mi sono ribellata al quel cazzone di Bianchini.
Il santo tabù e le cene tossiche nella cantina di Michele.
Il mio esibizionismo ginnico e il tour con le ragazze di step. 
L'Erika e il nostro bisogno di far qualcosa di stupido senza poter più andare a Miss Italia.
La Pablota terrorizzata, che anche il giorno della sua laurea si è dimenticata il fondotinta.
La città di K dentro un fiume e Agota, dentro a una tomba. Per sempre.
Tutti pazzi per amore, dio lo salvi.
Le mie idee geniali.
Marco che scioglie i miei nodi e mi ritrovo semplice.
Il pesce volante e tutti i miei lettori. 
Il tempo di crisi che dovrà passare. E passerà. Perché sono felice e dobbiamo resistere.

 Tutti quanti.