venerdì 11 maggio 2012

Palle e bazuka

Primo giorno. 82 chilometri. 12 ore sprecate. Ambientazione.
Gli uomini in scatola non possono parlare, scrivono al computer, vanno in bagno solo se sta per scappare. 
Posso guardare le mail in pausa pranzo? Non si potrebbe. Sappi che tutti i computer sono controllati periodicamente. Anche il tuo.

Secondo giorno. 164 chilometri. Sconforto.
Suona la sveglia e bestemmio prima ancora di scendere dal letto.
Scusa, ma per questa settimana ti diamo da archiviare fascicoli. Porta pazienza. Penso a Kafka, forse dovrei dargli un'altra chance.
A pranzo decido di uscire. Intorno c'è solo asfalto. Penso che potrei suicidarmi, ma poi mi viene in mente il telegiornale e chi si è suicidato per davvero, perché un lavoro non ce l'ha. Mi vergogno e colo verso il fondo. In autostrada comincio a piangere, mi trasformo in un diluvio, e non riesco a smettere.
Mia madre non mi consola, sa che  tutte le tragedie hanno una fine.
Comincio a elaborare vie di fuga.
Tira fuori le palle, mi dice. Decido di tirarle fuori. Palle e bazuka.

Non piangevo per la fatica, facevo il funerale al tempo sprecato, ché quando muore lo seppellisci per sempre.

Terzo giorno. 282 chilometri. Aiutati che il ciel t'aiuta.
Se non gira si fa girare. Comincio a fare amicizia, gli uomini in scatola sono come tutti gli altri, solo più efficienti e funzionali, uno stipendio indeterminato in cambio di euro determinati, trenta milioni in un anno. A fine mese ti convertiamo in numero, se non hai prodotto abbastanza sei scartato.
La statistica appiattisce le variabili umane.

Quarto giorno. 328 chilometri. Ilaria's back.
Per farmela passare comincio a immaginarmi come potrei offendere, nel peggiore dei modi, ciascuno dei miei colleghi, nel caso ci fosse una rissa, non si sa mai. Penso anche a come potrei distruggere tutti i documenti, nel modo più veloce possibile. Fuoco ed estintore.
Mi sono ripresa.
Tengo stretti in mente Marco, i libri, l'Eri e tutte le parole che sento scorrermi nel sangue e che non ho potuto fissare da qualche parte.

Quando diventerò presidente Confindustria vi salverò, ci salveremo, tutti quanti.
E' una promessa.



3 commenti:

  1. ...e non hai ancora preso merda per una cosa non fatta da te !! :-) leli

    RispondiElimina
  2. Leo, hai tutta la mia ammirazione. My god!

    RispondiElimina
  3. tra l'altro, ieri eri in bici, ti ho salutato e tu hai tirato dritto! :-(

    RispondiElimina

Senza nome commentare è troppo facile! Dicci chi sei!