domenica 20 maggio 2012

Maieutikè

Guardiamo la finale di Champions, Chelsea-Bayern. Io tifo gli austriaci. 
Ilaria, in caso tedeschi, Bayern Monaco, Germania. 
Bé, tifo per loro perché hanno la maglia giallo rossa. 
Ilaria, è bianco rossa, ma ci vedi? 
No, non ci vedo, ho gli occhiali in camera e non ho voglia di andare a prenderli.
Di fatto, vincono i londinesi ai rigori.
Decidiamo di uscire, fanno un concerto all'Arcadia, chiedi a tua sorella che musica suonano.
Post-rock-doom.
Andiamo verso, nonostante io mi stia chiedendo che cazzo voglia dire post rock doom. Quando arriviamo scopriamo di dover pagare. Marco mi chiede, allora, cosa vuoi fare? Dai decidi tu, che a me questo genere non interessa più di tanto, possiamo andare a berci una birra da qualche altra parte.
Ho la malaugurata idea di rispondere, per me è veramente indifferente.

Scatta la predica.
Ilaria, ma come può esserti indifferente? O una cosa ti va o non ti va, come puoi mettere sullo stesso piano due scelte opposte? Sai, l'indecisione non porta a niente. Ricordatelo. Bisogna essere pratici, una cosa ti piace o non ti piace. Allora, cosa preferisci, andiamo o restiamo?

Per praticità dico, andiamo a bere, per farlo smettere prima.

Mai l'avessi fatto.

Ecco, lo vedi che avevi una preferenza?!? Mi tocca tirati fuori tutto? Lo sapevo, un po' di carattere, amore mio! Devo usare sempre la maieutica? (ebbene sì, ha detto proprio MAIEUTICA).
Dai, andiamo a prenderci sta birra, e impara a scegliere autonomamente.

Io continuo a pensare che mi era davvero indifferente restare o andare.

E poi capita che Marco apra il menù.
Chi lo conosce avrà già intuito, su Marco e il cibo si potrebbero scrivere interi libri.

Oddio, non so cosa scegliere, c'è troppa roba buona.
Secondo te cosa scelgo? 

Quando abitavamo a Padova al supermercato si bloccava in mezzo alla corsia. Voleva comprare tutto, nonostante la lista. Ilaria, sono paralizzato, aiutami! Così o lo tiravo per un braccio, portandomelo dietro senza ascoltarlo come coi bambini, o lo abbandonavo da solo col carrello. Fai tu, basta che la pianti.

Ed ecco,  non sa che panino ordinare. Li valutiamo tutti. 

P a z i e n t e m e n t e.

Si sbaglia pure e mi chiama mamma. Mamma, hai guardato le focacce?

Maieuticamente potrei estrapolare se vuole una bruschetta, o un cheeseburger.

Fortunatamente ho studiato lettere, non filosofia. 
Decido per lui senza tanti giri di parole.

E vissero per sempre felici e contenti.





2 commenti:

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