Questo settembre l'ho passato a studiare, forse e per la prima volta, qualcosa che potrà tornarmi effettivamente utile. Sono stata a Venezia e ho seguito il corso Cedils, propedeutico all'omonimo esame.
Adesso vi spiego cos'è.
Il Cedils è una certificazione per la didattica dell'italiano a stranieri. In pratica è un certificato che possono prendere i laureati in lettere o gli insegnanti di ruolo per attestare competenze didattiche specifiche. E' un esamone bello tosto, cinque ore di scritto come alla maturità.
Veniamo al ridicolo della faccenda.
Il Cedils in Italia ha mero valore culturale. All'estero è un titolo richiesto e riconosciuto.
In pratica, nonostante la fatica, in Italia continua a valere di più la carta igienica, il certificato è un plus che non ti abilita. Fuori invece può aiutarti concretamente a trovare un lavoro serio.
Alcuni compagni di corso abitavano già in Spagna, in Germania, in Polonia ed erano tornati temporaneamente proprio perché all'estero lo volevano assolutamente.
E ancora.
In ciascuno stato Europeo c'è un solo ente (Spagna-Cervantes, Germania-Goethe ecc.) per l'attestazione delle competenze linguistiche relative alla lingua dello specifico paese.
In Italia regna il caos.
Strano.
Per quanto riguarda l'Italiano per stranieri se vai a Siena c'è l'Itals, a Venezia il Cedils, a Roma il Cestim e a Perugia qualcos'altro. Sicché ci si trova costretti a confrontare programmi, prezzi, uno cerca di destreggiarsi in equivalenze con il terrore di fare la scelta sbagliata.
Ho cominciato a spedire curricola in Belgio. Perché una mia parente aspetta un bambino e per la prima volta mi sono ritrovata a pensare che un figlio non vorrei farlo nascere qui. Chi ce lo fa fare?
Ho scoperto che per un periodo mio nonno è stato apolide.
Ricordati che certe cose ti rimangono nel sangue, vai via, mi ha detto un amico.
I pesci volanti quando l'acqua del mare marcisce, devono imparare a stare a galla sulle nuvole.
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