domenica 10 giugno 2012

Una separazione.

Le puttanate, anche se scritte da dio, rimangono puttanate.
E dai una, dai due, dai tre decidi che forse, quello che consideravi un bravo scrittore, uno che sa il fatto suo, a cui tu saresti rimasta fedele per sempre, riempie le pagine di storie inconsistenti.

La mia relazione con Ammaniti è finita. L'ho lasciato. Niccolò, non ci capiamo più, non credo a quello che dici, quello che  mi racconti mi annoia. Ti ho amato, ma finisce qui. 

Credetemi, ho cercato fino all'ultimo di recuperare il rapporto, anche il mese scorso, quando è uscito Il momento è delicato, mi sono fiondata in libreria pensando panciamiafatticapanna. E invece sono rimasta a bocca asciutta. Una serie di racconti in finto pulp, che fanno la stessa fine dei sassi lanciati sul pelo dell'acqua senza successo, non rimbalzano, affondano -plup!- altro che pulp.

Anche il romanzo Che la festa cominci mi aveva deluso, totalmente privo di quella freschezza vivace che tanto mi era piaciuta in Ti prendo e ti porto via. Eh sì, ripensandoci bene era stato il suo ritmo energico a farmi innamorare.

E invece ora, Niccolò caro, mi ricordi quei romani, stereotipati e cialtroni, che in spiaggia ti raccontano la storia dell'orso per invitarti a uscire. 
Fra poco ho ventisette anni. Le storie nate al mare lasciano tempo che trovano.

Ti saluto,
Hai tanti amici, non sentirai la mia mancanza.

Ricordati che un bravo scrittore, se non ha niente da dire, rimane in silenzio.

4 commenti:

  1. Finalmente! Ha rotto i coglioni

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  2. Infatti l'ultimo comprato e'stato "come Dio comanda".Lo adoravo Ammaniti,ma ora non piu'.Per fortuna gli ultimi due Non li ho comprati.Non mi son fidata perche'la trama non mi aveva convinta.Nell'uno E nell'altro caso.

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  3. Hai fatto benissimo, è carta da stufa.

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